Through the looking-glass

"We gave you the opportunity of doing it," the Red Queen remarked: "but I daresay you’ve not had many lessons in manners yet?"
"Manners are not taught in lessons," said Alice. "Lessons teach you to do sums, and things of that sort."
"And you do Addition?" the White Queen asked. "What’s one and one and one and one and one and one and one and one and one and one?"
"I don’t know," said Alice. "I lost count."
"She can’t do Addition," the Red Queen interrupted. "Can you do Subtraction? Take nine from eight."
"Nine from eight I can’t, you know," Alice replied very readily: "but–"
"She can’t do Subtraction"’ said the White Queen. "Can you do Division? Divide a loaf by a knife–what’s the answer to that?"
"I suppose–" Alice was beginning, but the Red Queen answered for her. "Bread-and-butter, of course. Try another Subtraction sum. Take a bone from a dog: what remains?"
Alice considered. "The bone wouldn’t remain, of course, if I took it–and the dog wouldn’t remain; it would come to bite me –and I’m sure I shouldn’t remain!"
"Then you think nothing would remain?" said the Red Queen.
"I think that’s the answer."
"Wrong, as usual," said the Red Queen: "the dog’s temper would remain."
"But I don’t see how–"
"Why, look here!" the Red Queen cried. "The dog would lose its temper, wouldn’t it?"
"Perhaps it would," Alice replied cautiously.
"Then if the dog went away, its temper would remain!" the Queen exclaimed triumphantly.
Alice said, as gravely as she could, "They might go different ways." But she couldn’t help thinking to herself, "What dreadful nonsense we ARE talking!"

(Chap IX – Queen Alice)

Che mi sia tolto il mio, patir non soglio

Volta il cavallo, e ne la selva folta
lo caccia per un aspro e stretto calle:
e spesso il viso smorto a dietro volta;
che le par che Rinaldo abbia alle spalle.
Fuggendo non avea fatto via molta,
che scontrò un eremita in una valle,
ch’avea lunga la barba a mezzo il petto,
devoto e venerabile d’aspetto.

Dagli anni e dal digiuno attenuato,
sopra un lento asinel se ne veniva;
e parea, più ch’alcun fosse mai stato,
di coscienza scrupolosa e schiva.
Come egli vide il viso delicato
de la donzella che sopra gli arriva,
debil quantunque e mal gagliarda fosse,
tutta per carità se gli commosse.

La donna al fraticel chiede la via
che la conduca ad un porto di mare,
perché levar di Francia si vorria,
per non udir Rinaldo nominare.

Il frate, che sapea negromanzia,
non cessa la donzella confortare
che presto la trarrà d’ogni periglio;
ed ad una sua tasca diè di piglio.

… 

La donna al traditore a piè d’un monte
tolse l’indegna vita a suo grande agio;
che d’altro aiuto quel non si provede,
che d’alti gridi e di chiamar mercede.

… 

Spesso di cor profondo ella sospira,
di pentimento e di dolor compunta,
ch’abbia in lei, più ch’amor, potuto l’ira.

– L’ira (dicea) m’ha dal mio amor disgiunta:
almen ci avessi io posta alcuna mira,
poi ch’avea pur la mala impresa assunta,
di saper ritornar donde io veniva;
che ben fui d’occhi e di memoria priva. –

Queste ed altre parole ella non tacque,
e molto più ne ragionò col core.
Il vento intanto di sospiri, e l’acque
di pianto facean pioggia di dolore.
Dopo una lunga aspettazion pur nacque
in oriente il disiato albore:
ed ella prese il suo destrier ch’intorno
giva pascendo, ed andò contra il giorno.

Il saggio di Balbus

Lewis Carroll, matematico e scrittore del XIX sec, scriveva, intorno al 1880:

"Quando un solido viene immerso in un liquido, e’ ben noto che esso sposta una parte del liquido eguale al suo stesso volume, e che il livello del liquido sale quanto salirebbe se gli fosse stata aggiunta una quantita’ dello stesso liquido eguale, in volume, al solido … Se si tiene in mano un bastone lungo sei piedi, con l’estremita’ in un bicchier d’acqua, e si ha la pazienza di aspettare abbastanza, si puo’ finire con l’esserne sommersi. Il problema della fonte dalla quale dovrebbe provenire tutta questa acqua – che appartiene ad un ramo dell’alta matematica, e non rientra quindi nell’ordine delle presenti considerazioni – non si applica al mare. Osserviamo quindi la ben nota immagine di un uomo che se ne stia in riva al mare, con la bassa marea, ed un solido in mano, che egli immerge parzialmente: per quanto egli resti la’, fermo ed immobile, tutto quello che sappiamo e’ che dovra’ necessariamente affogare."

tratto da "Una storia ingarbugliata" (A tangled tale) 

July 2004 – Bosnia Herzegovina

Le streghe di un tempo non ci sono piu’. Le hanno finite mettendo un cartello nei dintorni di Napoli: "Pronunciare Strega", mi pare. Io torno in Italia, sono nei dintorni di qualche posto che potrebbe essere Milano o Bologna e incontro M., e B. e la sua amica, che dipingono in giro loro stesse vestite da fata. Io un po’ le ricordo ma nella realta’ non so. All’inizio siamo in una specie di scuola tutta spaccata, le ragazze raccontano che fanno il liceo classico ma le maestre di lettere non fanno nulla con passione. La scuola e’ un po’ diroccata o tempestata dalle bombe, non si sa. Iniziamo a camminare, siamo quattro o cinque, e usciamo.

C’e’ una specie di festa all’aperto e tanta terra e’ stata girata e rigirata. La gente sembra turbata, ma non tanto piu’ del solito. Parliamo e ci sediamo su un gradino. Siamo (tipo) nel cortile interno dietro casa di mamma e papa’. M. racconta, io gli dico che capisco bene che uno a lungo andare si rompe le palle di montare e gli suggerisco di darsi alla programmazione.
La gente era tutta dimessa, quasi un po’ come si comporterebbe (credo) se ci fosse la guerra. Vado in bagno e devo salire a lungo e scalare e passare attraverso ripidi e stretti viotti in terra per raggiungere degli specie di bacini. Tutto un po’ assurdo ma la gente si comporta come fosse normale. M. mi mostra il suo computer, pare un Game-Boy ma piu’ grosso, dice "si non e’ molto potente ma la scheda madre e’ equilibrata". Mi mostra un fumetto. Parte dalla seconda puntata. Lo guardo e inizio a leggere. Poi chiedo: "Ma la prima puntata?" Ripasso i fumetti, ce li passiamo tra noi per vedere se la prima puntata c’e’. Scompare anche la seconda. Varie cose continuano a scomparire e ne appaiono altre.

Torno a casa. Ubino davanti al cancello sembra quanto mai stupito e rincoglionito. Ci sono i miei. Io e Ubi ci abbracciamo.

This is the transcription of an hand written dream i had during a trip to Bosnia Herzegovina on July 2004. The text has not been edited.

If you want to know more, read my diary from those days! 

Oneiric

Oneiric

About dreams and other dimensions.
Every story here reported has really been dreamt and written between waking and sleeping.

Sogni Opachi

U’altra notte di sogni opachi, tempo rallentato di un terzo, attese, abbandoni.

Se nn avessi mai sofferto di insonnia, mia compagna di infanzia, sarei una persona molto diversa. A volte provo ad immaginarmi, serena ed equilibrata, quell’altra io che non e’ mai nata, o e’ sbocciata senza fiorire.

Penso a tutti i libri che ho letto, alle mie esperienze oniriche, alla paura della noia durante la veglia… Penso al terrore silenzioso, ai luoghi immateriali in cui torno e continuo a tornare da anni, alla memoria che ho in dimensioni altre. Ricordo la donna in viola, le citta’ collage dal cielo blu elettrico, le montagne marroni e la ferrovia in mezzo al mare.

Ora vivo in cima ad un palazzo piuttosto antico, pieno di simboli e triangoli. Dalle finestre vedo i tetti che nessuno vede, strane cupole e torri, luoghi di culto non ufficiali, un’Amsterdam segreta e sommersa. 

Gli uccelli della citta’ si lavano, al mattino, di fronte al mio davanzale. Forse questo mi aiutera’ ad imparare a volare.

return 0;

A volte la sensazione di aver perso una parentesi prende il sopravvento.

Che sia noia, o paranoia, poco cambia. Entro un loop, tutto continua a girare. Si puo’ sopravvivere girando. Si puo’ sopravvivere con il solo movimento, non e’ necessario l’accumulo. Anche la testa gira. Prosegue all’infinito:

for (;;)

Mi sorprendo spesso a pensare che le ‘cose’, alcune cose – fatti – persone – situazioni, possano durare all’infinito. Mi guardo intorno, e riconosco e discerno l’instabilita’ insita nelle costellazioni e ambienti che mi circondano. Cerco qualcosa di consistente. Decido di studiare il linguaggio C, perche’ ha una storia di circa 30 anni, come me. Saremo consistenti assieme? Chissa’. Qualcuno lo paragona al greco, questione di classicismo, antichita’. Io sussumo righe di codice convinta di poterle applicare alla realta’. E’ ovvio, deve per forza funzionare. Nel greco antico la costruzione logica della frase si basa spesso sul ‘men’ … ‘de’, ovvero ‘da una parte’….’dall’altra’, il che non e’ proprio un se/allora, quanto piuttosto un discorso di possibilita’ concomitanti, diverse sfaccettature, prospettive e angolazioni. Contemporaneita’. La programmazione e’ processuale, tenta di prevedere ogni possibilita’, ma l’esecuzione comporta una scelta esclusiva. Ogni programma ha un inizio, un risultato, ed una fine. La continuita’ e’ un ciclo, dal quale e’ possibile uscire, con un semplice, ma chiaro:

break;

Per imparare e’ necessario mettersi in gioco, concedere a se’ stessi la possibilita’ di cambiare, compiere un viaggio esplorativo in un contesto anche statico.

Ogni nuova disciplina, o nozione, contiene all’interno un piccolo Graal, ambito e nascosto. Il Graal e’ quella porzione di conoscenza dal pattern universale, traducibile in infiniti contesti.

Si torna all’infinito. 

Il Chequepoint e’ finalmente, nuovamente, online. Tralascio le peripezie, gli incantesimi ed i sotterfugi. Gioisco. Mi inchino di fronte all’hacker dei telefoni che quest’oggi e’ venuto a trovarmi in tenuta da sommossa. Ripenso con volutta’ al quadro di comando, alle 45 possibilita’, ai due cavi del telefono che il principe della telefonia muoveva sotto i miei occhi colmi di ammirazione. Ho un debole per gli hackers, mi eccitano. Non posso farci nulla, e’ cosi’, e li riconosco ad occhi chiusi.

"Non dire nulla…

…my heart is almost exploding!"

"Chiamami quando vuoi…" 

Ci puoi contare caro, certe cose io non le dimentico. Imparo, condivido, e ripongo il mio maestro nel cuore, per sempre. Sempre??

Ahi, ahi… "Xname, be quite!"

Una illuminazione mi e’ giunta da un uomo-voce-umana, a fatica raggiunto dopo ore di pseudo colloquio con una voce registrata, dalla compagnia internet-provider-dell-olanda (eravamo-fichi-ma-abbiamo-fatto-i-soldi-ora-tu-paghi-e-suchi // chi capisce a chi mi riferisco vince un premio). Dico: "Ah grazie, quante belle cose mi date, ma quanto durano? Dico, ok, se l’abbonamento finisce, posso continuare ad utilizzare, chesso’, le mail, oppure…"

L’uomo diventa quasi robotico, come i suoi colleghi fatti di pitch.

"Tutto dura finche’ uno paga."

Mi scuso, umiliata dalla mia ingenuita’. La butto sul personale "Tendo a credere ci siano… mmm, tendo a credere esista l’eterno, almeno nel servizio mail…" Per non parlare di altre cosette altrettanto, o piu’, delicate… Cerco di fargli capire al volo che ho avuto qualche trauma da bambina, dunque ho in testa idee bizzarre, che girano spesso in loop.

Incasso, e porto a casa. Faccio un respiro profondo, mi sento, improvvisamente, osservata.  Sono, tra ‘parentesi’, al lavoro, in un laboratorio di arte e informatica (?!).

La lezione e’ semplice, e la ripasso pedalando verso casa: l’infinito esiste, c’e’, ma costa, costa molto, e lo paghi caro tutta la vita.

Spam to Death

This little blog has been under heavy spam attack during the last few days. Yesterday, after deleting 273 messages of spam, i closed comments on the post SenoritaTristeza.
That was produced in less than 40 hours.

Spam is something really dirty and disgusting, like fleas.

What is puzzling me is "what is all of this advertisement doing?" Are they really selling Viagra? And who is using it? Is it a big business? Or just annoyance?

I wonder how many men are using it. I wonder why these spiders decided my blog was a great place for selling it. It is ironic. I am totally unexperienced so i can only presume there are customers.

Lately i noticed spam is growing. A new generation of non-sense spam is also invading email boxes and capturing general information. They often give me the impression of a delirious post trip talk, when everything makes sense while if you think of it the meaning disappears like a shadow. Dreams, visions and reality are just the same. And you keep seeking the point where everything will be revealed. As you move, the imaginary worlds are sliding, and you render the first thing to understand is there is nothing to understand.

The net, overwhelmed by drugs and informations, starts spiting out a last non-sense complain.

alterego

I was invited few days ago to produce a little video interview of myself describing my next tecnological project in a very technical accurate way.

However, i did something completely different from what i was asked.

 
Would you like to see it?

http://xname.cc/video/alterego.mov

Here some infos about the online event i am invited to:

THE END OF POETICS!

Wednesday 7 February at 7 pm sharp
3 participation modes:
live at 13m3 studena bratislava (welcome there)
(tranzit studios studena 12 bratislava next to tesco)
chat from your desktop at home
point to freenode.net #B22F
watch the stream from your coach
connect at rtsp://qt.okno.be:8000/B22F_02.sdp

… is the total failure of our culture against the background of an overwhelming ‘globalisation without vision’ to be read from the way we are expressing ourselves creatively? after the dismantling of art by philosophy (and art itself too, but that is fine…) what do we mean when we think of beauty? and how do we really make it? what do we want to achieve by it? is there still a manual of new stylistics with the purpose to reach the other (needed/possible)? how do we want to tell something? what do we hear and see, what do you want to say exactly? are we different from our disappearing parents watching the same daily feed of self imitating programs on tv? is there still a poetics here?
the program is hosted supported organized by society of algorithm and mxhz.org, 13m3.sk+tranzit, 34.sk, okno.be and documented on http://societyofalgorithm.org/B22F while you can contact b22f {-at-} societyofalgorithm.org for more information etc…

C Programming

SplusD Lab  |  Practical C Programming Workshop

3 months
25 lessons
from 5th February
monday – thursday 
21 – 23

reference text:
Kernighan Ritchie “The C Programming Language”

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