Discesa agli Inferi

Ieri ho subito una simpatica visita al pronto soccorso del policlinico di Milano.

A causa di un piccolo incidente, sanguivano come un’ossessa dalla mano destra. Dopo essere stata ferita alle 7 di sera, alle 9 ancora, dopo 2 ore di attesa, nessuna notizia su quando il medico chirurgo mi avrebbe visitata. Attendo. Passato l’effetto dell’adrenalina, il dolore inizia a farmi impazzire. Martello le infermiere. Niente. Sono in procinto di svenire. Rantolo fuori dalla sala d’attesa, mentre una vecchia seduta accanto a me inizia a urlare dicendo: "Per favore sparatemi, non sopporto il dolore!". Improvvisamente mi manca il respiro, sudo, mi devo spostare. Che fare? Bianca come un cadavere, mi avvicino all’ingresso, e mi siedo in terra. Sono sola, molto preoccupata per il mio zaino con dentro il computer. Giunge il guardione, l’uomo divisa: "Ti sembra il caso di stenderti in terra davanti all’ingresso?"

"Certo, rispondo. La logica e’ questa: quando si e’ gia’ in terra, non si puo’ cadere. Sto male. Se dovessi svenire, potrei ferirmi ulteriormente."

L’uomo e’ convinto, io, come per specificare, aggiungo: "Ti sto parlando di differenza di potenziale!" Godo dell’aria che entra dalle porte a vetri. Sono impressionabile, sensibile al sangue. So che questo pomeriggio restera’ impresso nella mia memoria, nutrimento dei mostri che mi tormentano al calar del sole. Vorrei vomitare. Torno verso la reception, pregando in turco per un anti-dolorifico. Mi rispondono: "Signorina, non e’ il suo turno!"

Stiscio verso l’ingresso, inizio a svuotare la mia borsetta. Trovo un preparato olandese per i dolori mestruali. Ne ingollo uno. Sono felice di avere acqua in borsa, soldi nel portafoglio, una ricarica del telefono comprata pochi minuti prima del fattaccio. Tutte circostanze non ovvie.

Sono sola, telefono ad amici, per passare il tempo, che qui, nel purgatorio, non passa.

Il Purgatorio e’ un concetto importante, mi ricorda il frigorifero di mia madre: ammassi di barattoli e cibarie dall’aspetto non proprio fresco, non certo recenti. Cibi ammassati in attesa del Giudizio, in fase germinativa di sofferenza e pena. Forse il Paradiso e’ il freezer, ho pensato in questi giorni, quando ho notato che mia madre spostava prebalitezze antiche da un ripiano all’altro, sino a decidere di congelarne alcune.Mummy's freezer, Paradise. (Purgatorio is her fridge!)
Il pensiero della carne da macello mi fa sentire un po’ peggio, mentre l’analgesico inizia a fare effetto. Arrivano due poliziotte ad interrogarmi. Improvvisamente mi torna un po’ di colore, gestisco la conversazione con destrezza: "No, non ho un telefono", affermo stringendo il cellulare nella mano sinistra. "Lasciatemi il vostro numero di fax, vi spediro’ i documenti necessari, no, nessuna denuncia, eh si certo ahah", faccio anche una battuta parecchio acida, dicendo che non posso porgere la mano, in quanto sanguinante (mai offerto la mano ad un poliziotto in vita mia!).

Arriva un amico impietosito a farmi compagnia. Gli smollo le borse e vado al bagno, dove trovo una fantastica scritta: "CAPRA = QULATONE"

Faccio una foto:

From the toilette of the policlinico, Milan, emergency hospital.

Inizio a ridere, un po’ per reagire alla paura, un po’ per idiozia, un po’ gaudente della posizione del mio dito, che mi permette di mandare a fare in culo tutti, poliziotti, guardie e dottori.

xname al purgatorio!

Il medico mi visita, durata 2 minuti, urla da bestia scannata. Quando entro mi chiede:

"Come mai cammini in punta di piedi?"

"Per non toccare il pavimento", rispondo, "ha qualcosa da dirmi? Sanguino ormai da 3 ore, e sento un dolore cosi’ forte da aver visto la Madonna passeggiare nei corridoi".

Mi mette un cerottino e mi congeda. Io protesto: ma la ferita e’ aperta, sto sanguinando, non mi vuole metter punti, e poi mi dice che questo benda deve restare attaccata per due giorni…

"Lei non sta sanguinando." L’infermiera conferma. Io guardo il mio sangue sgorgare, perplessa. 

"Avanti il prossimo", squittisce il Signor Medico Chirurgo.

Me ne vado in taxi, di corsa in farmacia. Mentre faccio vedere il dito al farmacista, una goccia di sangue macchia il bancone.

"Mi scusi", dico, "e’ solo una impressione, ufficialmente non sanguino e questo e’ un fatto certificato".

Sconsolata, a casa nel letto, penso che potrei pensare meglio, che vorrei essere positiva ma non ci riesco, e mi sento confusa. Sara’ la mistura di medicinali, antibiotici sonniferi ed aulin, non so. So che, mentre cercavo di prender sonno, una voce ripetava, in loop dentro di me, ‘a questo mondo ci sono piu’ deficienti che persone’, ed io sono la prima.

 

Star Hawks

Sometimes i feel sliding to different dimensions. I am not sure the real tangible world is the most important life we live. I think we can achieve fundamental acts in the realm of disappearance. I started to write dreams to inspect parallel shades of existence. Another curiosity i had was: what is it happening on the very moment we fall asleep? What is the conjunction triggering different states of consciousness?
I partly answered the second question; i have an answer which is good for me, and it is such a commonplace… I will share this information, one day.
For long years i have been writing dreams. No Freud, no Christmas daddy. Psychology is uninteresting to me, must be enough the consciousness of a border line, might be presumptuousness. Yes, i am crazy, and i presume there is more. Wiling to understand, i started to look upon the line. Here is my first oneiric-book:

I copy some fragments, the text is not edited, the syntax and grammar are peculiar of a drowsiness, half asleep writing style.

"N. faceva comparire la scritta "Ti amo all’istante" su una lavagnetta di una cucina (televisiva).
Sotto c’era un malinteso.

Sogno paurosissimo con streghe e donne dalla faccia sformata ed occhi cerchiati di viola. Troppo spaventata per raccontare. Tornata a dormire.

Paesaggio montano e mezzo nevoso. Con Sandro si voleva sciare, c’era anche lo sciamano e poi arrivava a Milano la Rosi da outsider con due grosse borse sotto gli occhi. Prima andati su specie di skilift, ai bordi della strada vendevano bellissimi baracchini frutta fresca. C’era la Joe, io attraversavo il ponte per mettere gli sci e pensavo ai miei scarponi e monboot che forse chissa’ dove sono. Gli oggetti magari non han mai cambiato il loro posto. Selene mi aiutava, con lei si parlava per via telepatica. Prima di queste montagne mare magico e isole. La Rosi era nella cucina di Milano e diceva di sentirsi stanca perche’ non era abituata ad essere a Mi da straniera e con tanti cilum.

Anto diceva dai andiamo dal parrucchiere io no dai poi non so lei ma paga mamma io si ma guarda i miei capelli come son messi non si sa tutta piena di psoriasi mi posso gettare.

In qualsiasi momento avrei potuto salvarmi
la tensione all’autodistruzione
fino a perdersi completamente

Il nulla inganna il nulla attrae

"mai sentita cosi’ bene, mai trovato
tanto sana"

Sono cose serie!!

Elisa e Francesca di via del Borgo a tavola con me Ilaria Anto Alessandro.
Si parla di Ale e di come sta e mangia, Francesca dice: "Io con lui ci ho scopato e mi e’ piaciuto", Elisa aggiunge "Anche Eleonora ha scopato con un sacco di uomini"
Io inizio a rovesciarle in faccia tutto cio’ che trovo sul tavolo.
Poi penso che servire un piatto di minestra con dentro sciolto uno stronzo e’ assai poca cosa.Fase prima in una stanza grande sta per arrivare gente per Rave fiesta c’e’ mamma e S.
Io guardo da vicino S. e vedo che sta bene ma le sue rughe del viso hanno un che di profondo. Mi dicono che manca una persona se posso suonare io, io accetto ma non ho il costume adatto. In una sala da pranzo sconosciuta con poster su omeopatia io guardo. C’e’ una specie di zia Rosanna che mi disturba. Ilaria dice che loro dovrebbero dormire di piu’. Ogni notte vanno a letto alle 3.

La scrittura e’ simile alla telepatia.

La Anto la mamma e papa’ scopano tutti assieme allegramente nel bagno verde, la mamma voltata sul cesso come se dovesse vomitare e dietro papa’ poi la Anto.

Si scherzava.

Io in gita con anche la II H e qualcuno dell’accademia a guardare uno spettacolo e fare foto vedevo la C. M. sempre con minigonna di jeans bordo’ e pensavo: Cavolo non si stufa. La macchina fotofrafica io credevo al buio di averla messa a posto bene e invece no, tutto al contrario con copri obiettivo sfregiato e accesa. La metto a posto e una tipa dietro di me fa avanzare una pentax con tele obiettivo bellissimo, ma enorme. Io mi spavento dico no tienila tu io non voglio prenderlo in mano poi lo rompo e chissa’ quanto e’ costato.

Giravo diverse ore sul lago su piu’ piani con tanti terrazzi… C’era anche Cristina e una serie interminabile di miei nastri ma era quasi tutto inascoltabile.

Rispuntava il ciondolo a cornino in mezzo ai miei vestiti.

Mamma studiava psicologia e si lamentava per la paranoia. C’era una sua amica straniera che era da noi un mesetto ma che era gia’ tornata a casa e le diceva che per la storia di teatro che stavamo facendo era certo meglio in due che sola e si mancavano.

Lido Sole con mattoni e legno marrone e velluto blu. L’avevo gia’ sognato in costruzione.

Sogno velocissimo con cocaina ovunque, io con Cri e un tizio che ne offriva. Io ero a Berlino come credo di averla sognata 5 anni fa con stradoni di fango su una specie di burrone dove non c’e’ il fiume. E si arriva ad un numero che non ricordo ma famoso. Con Cristina incontriamo un tizio 5oenne amico mi pare anche di Luzifer che ha tanta coca e noi si inizia a pippare in una specie di localino smafiuz. Nel retro gira Ricky, questo bambinetto di tipo 12 anni che gira con un porta sigarette di legno enorme difficile da aprire e dentro su ogni sigaretta c’e’ scritto "don’t smoke me"; ed e’ molto piu’ grande visto dall’esterno che dall’interno. Comunque lui finisce in un letto a dover fare del sesso con una donna abbastanza giovane pure, probabilmente sono io, lui pero’ ad un certo punto comincia a sognare e i suoi sogni girano per la stanza e mi scopano loro, ometti di 30 cm, i suoi sogni pero’ continuano a moltiplicarsi alla grande, ed escono dalla stanza. C’era anche Mason di "Quando si ama" che nascondeva un bicchiere di coca in granuli sotto una tazza di bicarbonato sulla moquette sotto la finestra. Io con Ricky vedevo le cose o da fuoricampo o dal suo punto di vista.

Realta’ distorta non la voglio piu’.
Telefonavo a Natali’.

Demetrio C. parrucchiere in un attico; io e Manuela entriamo, il posto e’ figo ma io sono abbastanza orgogliosa di dire che i capelli me li sono tagliati da sola e non me li faccio fare. Manuela si ma non vengono tanto bene. Sembra un po’ Lorna ma piu’ corta. E’ tutta moquette e siamo accovacciate. Poi andiamo via, io forse ho sete allora torno e trovo nel corridoio il frigo con anche le chiavi nascoste vicino e legate con una corda. Apro il frigo AH YEAH.

Poi in qualche modo arriva Luzifer e io ancora ho addosso il suo odore. Prima ha la salopet chiara. Poi la cambia con quella nera.
Io lo amo tanto.

Obbedisco al mio comando 

The Ball in the Hole

The Ball in the Hole at the DAMAGED GOODS exhibition during piksel06, in Norway.

A fresh edit!

Soon in Milan, La Cueva – No Art Gallery – March 21st * 

playing

Electronic Music Session

Ciao!

Tonight i am streaming some generative electronic music at 22 for Radio Onda Rossa!

xname's desk.

I have a 2 tracks mixer and 1 computer. I will do some pure data generated sounds and manipulation, plus layering of tracks and noises.

BEWARE OF YOUR SPEAKERS!

xname's desk.

http://stream.indivia.net:8000/ondarossa  

The first is my url, the second is the mix from ROR.
You can play these using videolan.
Ah, if you are sitting around the centre of Italy, try  87.9 FM 
Personal thanks to Tizzja, ‘Il Complesso di Electra’ and Odissea. 

Sarajevo

The following are hand written notes from July 2004, when i was travelling between Mostar and Sarajevo. I publish the original text, in italian.

Sarajevo e’ circondata dai monti. Per quattro anni e’ stata bombardata, senza acqua, elettricita’. Una strada porta a nord, una a sud, una ad est ed una ad ovest.
La biblioteca e’ distrutta.
Una sorta di ponte tra est ed ovest.
Ad est affondano le radici.
Come Alessandria, come Baghdad.
La negazione dell’origine, dei numeri, dei segni, di tutto.
Chi non ha passato vuole possedere la storia.
La cultura e’ un mistero.
La tecnologia appare come un miraggio, scissa dalla magia, figlia di una scienza che da sola non basta.
Cento bombe al minuto, il tempo di contare.
Le nazioni unite, il cibo e gli avanzi del Vietnam. 

Most significa ponte.

La citta’ e’ distrutta. All’una si sente il mojadin, o come si scrive, il canto musulmano, un lamento al posto delle squillanti campane. E’ poetico. La gente si da’ allo struscio. Vi e’ ancora voglia di festa, ed allegria.

Sarajevo e’ dignitosa, pulita, smagliante. Hanno distrutto il centro. Le famiglie sono un po’ smembrate. Ma unite. Il monte Ivan separa l’Erzegovina dalla Bosnia. Questo monte blocca il clima mediterraneo al di la’. Un tunnel di poco piu’ di seicento metri separa due regioni dal clima completamente diverso. L’Erzegovina e’ rocce, macchia mediterranea, montagne scoscese. La Bosnia e’ invece continentale, piu’ fredda, collinosa. Mitteleuropea. Siamo sui Balcani. E’ una piccola citta’, lunga e stretta.
La macina comune fronteggia il cimitero sullo collina.
La macina e’ una gigante costruzione in cemento grigio.
Il pane e’ buono, ora. 

If you want to know more, read my dream from those days!