U’altra notte di sogni opachi, tempo rallentato di un terzo, attese, abbandoni.
Se nn avessi mai sofferto di insonnia, mia compagna di infanzia, sarei una persona molto diversa. A volte provo ad immaginarmi, serena ed equilibrata, quell’altra io che non e’ mai nata, o e’ sbocciata senza fiorire.
Penso a tutti i libri che ho letto, alle mie esperienze oniriche, alla paura della noia durante la veglia… Penso al terrore silenzioso, ai luoghi immateriali in cui torno e continuo a tornare da anni, alla memoria che ho in dimensioni altre. Ricordo la donna in viola, le citta’ collage dal cielo blu elettrico, le montagne marroni e la ferrovia in mezzo al mare.
Ora vivo in cima ad un palazzo piuttosto antico, pieno di simboli e triangoli. Dalle finestre vedo i tetti che nessuno vede, strane cupole e torri, luoghi di culto non ufficiali, un’Amsterdam segreta e sommersa.
Gli uccelli della citta’ si lavano, al mattino, di fronte al mio davanzale. Forse questo mi aiutera’ ad imparare a volare.