Volta il cavallo, e ne la selva folta
lo caccia per un aspro e stretto calle:
e spesso il viso smorto a dietro volta;
che le par che Rinaldo abbia alle spalle.
Fuggendo non avea fatto via molta,
che scontrò un eremita in una valle,
ch’avea lunga la barba a mezzo il petto,
devoto e venerabile d’aspetto.
Dagli anni e dal digiuno attenuato,
sopra un lento asinel se ne veniva;
e parea, più ch’alcun fosse mai stato,
di coscienza scrupolosa e schiva.
Come egli vide il viso delicato
de la donzella che sopra gli arriva,
debil quantunque e mal gagliarda fosse,
tutta per carità se gli commosse.
La donna al fraticel chiede la via
che la conduca ad un porto di mare,
perché levar di Francia si vorria,
per non udir Rinaldo nominare.
Il frate, che sapea negromanzia,
non cessa la donzella confortare
che presto la trarrà d’ogni periglio;
ed ad una sua tasca diè di piglio.
…
La donna al traditore a piè d’un monte
tolse l’indegna vita a suo grande agio;
che d’altro aiuto quel non si provede,
che d’alti gridi e di chiamar mercede.
…
Spesso di cor profondo ella sospira,
di pentimento e di dolor compunta,
ch’abbia in lei, più ch’amor, potuto l’ira.
– L’ira (dicea) m’ha dal mio amor disgiunta:
almen ci avessi io posta alcuna mira,
poi ch’avea pur la mala impresa assunta,
di saper ritornar donde io veniva;
che ben fui d’occhi e di memoria priva. –
Queste ed altre parole ella non tacque,
e molto più ne ragionò col core.
Il vento intanto di sospiri, e l’acque
di pianto facean pioggia di dolore.
Dopo una lunga aspettazion pur nacque
in oriente il disiato albore:
ed ella prese il suo destrier ch’intorno
giva pascendo, ed andò contra il giorno.