It is 01:30, here in nospace.
Well, what time is it, traveling between Sao Paulo and Porto?
Dakar is not too far, 11500 m down.
Everybody is sleeping, i would like but i cannot.
I am addicted to Cachassa, and i have got a little bottle with me. They told me i will lose it in Porto, because of security.
So i am drinking it now, getting slowly super-drunk.
I appreciate spaces in between, moments in no-time, reflections passing by.
I tend to write my TODO lists on trains, flights, buses. I just compiled one of two pages. Writing about duties when you are out of it. Projections.
Everybody is farting here now.
People are sleeping, they release their smelly code, not caring about stupid nerds still typing in the dark. All the flight feels like a big, immense, enormous fart, floating over the Atlantic.
I am smiling all the time, i think Brazil helped my european average mental sickness. I would have stayed more months, but apparently i have commissions in Europe, and i have got to go. Willing to come back, to do more filming – coding – singing – dancing – playing – love. I did not describe my impressions and thoughts on this blog yet, i will try to do that soon. People keep on farting. This is just a page of useless diary though, so i am aloud to talk about nothing with my boring english and my boring face. I fart out my text.
When i got to the airport, at the check-in, i had the first moment of real terror during the all trip: a man sneaks near to me, stops the check-in-man: he is a policeman and he wants my passport, showing me his police-badge. Some Saint comes next to me, and feeds me with some pure brand brazilian language. I talk to the officer, trying to hide my fear, because everybody told me police is very dangerous in Brazil, try to keep away from them. I felt like i had everything to hide, but infact i was clean like a baby.
These days i have been speaking mainly portuguese and spanish, and i am realizing i am quite tired of english. There should be more poetry in life!
Whatever, i am in love. So i switch to italian, which is a more proper sentimental terrain.
Alla fine mi han sfilato il cuore, come a una bambina.
Io inerte, senza parole ne’ azione, constatavo incredula la potenzialita’ del sentimento, l’attrazione. "Non darmi neanche un bacio, il mio cuore sta per esplodere". In realta’ pensavo "schiaccia l’accelleratore e schiantiamoci contro quel muro: voglio bruciare nel fuoco con te". Invece tacevo, mentre il mio interlocutore cercava appigli per sfilarmi un altro appuntamento, o che so. Io muta, di ghiaccio. Mi sentivo quasi male dal desiderio.
Il silenzio ha conquistato lo spazio per un istante lunghissimo, in cui ci siamo entrambi eccitati.
Avrei dato qualsiasi cosa per un suo bacio, ma NO, sarebbe stato troppo bello. In qualche modo ero fermamente decisa a perdere il treno, per chissa’ quale mistica ragione nella mia testa.
Come se bastasse constatare la possibilita’ dell’atto, senza alcun bisogno dell’azione effettiva. Goduria sottile e mentale, io suscettibile a un uomo.
"Ti ho marcata molto tardi", mi dice in un sospiro, scigliendo l’aria cristallizzata all’interno dell’automobile.
In effetti un mese per ottenere il primo appuntamento non e’ poco, ammetto a me stessa, considerato che mi piaceva.
Il mio corpo avrebbe trasceso, ma la massa gelatinosa del cervello ha vinto, e sono corsa via dalla macchina senza voltarmi indietro, quasi senza salutare, correndo ubriaca mentre lui mi guardava attraversare la piazza, controllando che giungessi alla porta per ragioni di sicurezza. Ubriaca, stonata, eccitata e felice, mi son buttata sul letto nuda, accanto all’amico friz che mi ospitava. Altra casta amicizia.
Forse la prossima settimana mi innamorero’ di nuovo, forse sono solo colpita dal Brasile, tutto qui.
Se l’illusione non bastasse, mi sento un’estremista del sentimento, un’islamica pronto a tutto, un giappo kamikaze del secolo scorso. Ci metto talmente tanta fede e passione, che, sara’ anche l’effetto della puzza di merda che dilaga, ma mi getterei dall’aereo.
Anche solo per gustarmi la gioia della caduta, orgasmo mistico e sensuale.
Il jat-lag a sto giro sara’ violento. All’andata non ho accusato per nulla: dormivo in europa tra le 5 del mattino e le 13. In Brasile invece appena arrivata andavo a dormire a mezzanotte e mi alzavo alle 8. Date le 5 ore di differenza, non ho praticamente smussato di un secondo il ritmo dormi-veglia.
Ultimamente in Brasile avevo ripreso lo schema usuale: a dormire tra le 4 e le 5, in piedi tra le 12 e le 13. Il problema e’ che ora le 5 ore le vado ad aggiungere, e non a togliere.
…
Pubblico il post da Porto, dove attendo disperata il delay del delay del delay. Dato che me le hanno rubate, non ho neppure le cuffie per fare musica, me tapina!
E mi tocca cambiare aereo a Lisbona e poi ancora verso Amsterdam, che mi manca e mi incute timore. Gia’ mi sento avvolta dall’aroma di afgano del bar dell’owner dello squat!