La decadenza della tecnologia e’ un fatto che mi lascia sempre molto astratta.
Siedo su una scogliera verdeggiante guardando il mare.
Il silenzio allontana le nubi di paranoia.
La societa’ ci piega.
L’affitto, il lavoro, il conto in banca.
Altrimenzi ZAC, vieni bollato, marchio alieno nell’alienita’.
Diventa difficile godere e svuotare la testa, certo forse chi ha il lavoro non ha il tempo di pensare. Dunque la disponibilita’ di tempo implica P, la variabile paranoia. A fatica si riesce a liberare la mente per oziare davvero.

Inizia il sogno, e  mi sveglio nella realta’.

Guardo l’ora, nel cellulare le 14:15. Strano…
Sono uscita da circa due ore, quando erano almeno le due. Il menu’ del telefonino e’ contratto, con simboli e segni che proliferano all’impazzata.
Controllo le chiamate perse. Una e’ delle 15:00. Nel frattempo l’orologio segna le 14:10.


Complimenti xname, con te non ci si annoia mai, dico a me stessa.
Di questo passo sara’ presto di nuovo estate, e il tempo che scorre all’indietro mi fa pensare al polo Sud.
Guidando quest’oggi pensavo che in fondo non sono mai stata attratta dall’Antartide, l’emisfero settentrionale.
Il punto di attrazione e’ il Polo Nord, ma se tutto cio’ cambiasse?

In questo periodo penso tridimensionale, il codice, la filosofia, la fisica…
Solo i sentimenti mi sembrano 2D, manca la profondita’, sono li’ spiattellati in maniera banale.
Penso che dovrei riaprire qualche libro di astronomia, per rinfrescare.
Sono in fase bradipo ascetica. Come potrei pensare al vile denaro?
Ubik inizia a ringhiare, a bassa voce.
Certo Ubik: e’ pieno di animali ed anche di piu’. Sicuramente hai visto e percepito qualcosa. Provo ad immedesimarmi nel suo sentire. Poi torno al mio. A me sembra tutto vivo, Ubik. Pure le pietre parlano, tutto si muove e respira.
Sento nel vento come un ringhiare in risposta, ancora piu’ soffuso. Faccio fatica a capire se c’e’ davvero, o se si tratta di immaginazione. Comunque il suono proviene, mi pare, esattamente dalla direzione in cui Ubik sta puntando.
Impressioni.
Azzardo: sara’ una talpa. Anzi un talpone. A dir il vero, Ubik, probabilmente tutta la costa altro non e’ che una talpa, sul cui dorso noi scorriamo, assieme ad erba e scogli.
Teoria da quattro soldi, semplificazione della naturale complessita’ che ci circonda, afferma una pietra dal muso di cane-sfinge.

Eh no, niente di lisergico, neppure seme maschile.
Come attorno ai 20 anni, come intorno ai 10, e per tutti quelli precedenti, vivo in coinvolgimento con il soprannaturale. Non troppo, solo un pochino. Quel quanto basta…
Guardo il mare; mi dispiace molto quando un pezzo di tecnologia smette di funzionare. Decadimento non irreversibile, comunque.
Ho capito una cosa fondamentale, in questi giorni in cui ho sognato tanto, e dormito, e tremato.
Non mi piacciono gli uomini: mi piace un uomo, il mio.
Non mi piacciono i cani: mi piace un cane, Ubik.
I computers, invece, mi piacciono tutti.
Chiaro, non con ciascuno ho il rapporto sentimentale che intesso con il mio.
Pero’ ecco, una forma di tenerezza, una carezza, potrei regalarla ad ogni computer creato sul globo..

a historia de O

Ogni pezzo di tecnologia puo’ risvegliarsi in qualsiasi momento, se
inserito nell’ambiente adatto e opportunamente stimolato. Visione
socratica questa, la maieutica della tecnologia.