# english version to come, eventually #

chequepoint, damrak 16.

Il Chequepoint in Damrak 16 e’ stato un esperimento interessante nell’ambito degli Amsterdam-Squatters, spesso vincolati da un nostalgico stile punk anni ’80 ed una burocrazia che fa a pugni con la bandiera anarchica che sventola sotto il naso di molti. Spesso, ovvero nella maggior parte dei casi, si occupa per avere una casa, possibilmente per non lavorare, o comunque per reclamare il diritto ad uscire dalla societa’ e rifiutarla. Fin qui ci siamo.


"Ti va del Tofu?" … "Ehm, no, sorry, tofu no. Io il tofu proprio non lo mangio, mi fa male, chesso’, mi fa contatto il gomito col ginocchio". Qualcuno mi ha risposto, di fronte a tale baggianata: "Ma davvero? E come funziona?" .. "Ma che stai addi’…" Rispondevo io, che paro i colpi di pioggia coll’umorismo. "I am not a techie…" Mi ha detto qualcuno. "Sto dicendo una cacata… Sono ALLERGICA, allergica al tofu".

Il tofu e’ uno dei problemi degli squat olandesi.  

Stare a casa a cucinare tofu e’ una pratica comune. Quando si scoprira’ che questo tofu, che commestibile non sembra, e’ fermentato nelle lacrime di cristo, forse sara’ gia’ troppo tardi.

Il Chequepoint fu occupato il 5 Marzo 2006 con l’intento di creare un progetto poliedrico dai tratti piuttosto innovativi.

Gli occupanti, tra cui la sottocritta, hanno, per quasi 2  anni, gestito uno spazio di differenza ed agitazione all’interno della – a tratti sonnecchiante – underwater Amsterdam.

Tra i vari progetti che hanno dato vita al centro, annovero, in ordine sparso, un cinema, un laboratorio informatico, un laboratorio di grafica, un ‘developer in residence project’ (drop), un corso di pragrammazione in C, corsi di agopuntura, cene popolari,hacker bar, free shop, info-point, vegan caffe’, iniziative di sostegno ai prigionieri anarchici, raccolta di fondi e centro informativo per Oaxaca, feste di musica elettronica con performances, il buttkraaker queer cabaret, open internet access, streaming facilities, radio.

La legge olandese prevede e regolamenta l’occupazione delle case. La legge 429 dichiara che ogni cittadino ha il diritto di occupare una casa che sia vuota o comunque non utilizzata da piu’ di un anno.  La palazzina del Damrak 16, antico palazzo al centro della citta’, proprio di fronte alla stazione centrale, era un tempo una banca. Fondamentalmente credo che ogni tipo di attivita’ losca, illegale ed anche immorale sia stata svolta, negli anni, tra le pareti di quella che per quasi 2 anni ho chiamato casa. Secondo i vicini, ed ogni abitante di Amsterdam, il palazzo era vuoto da almeno un ventina d’anni. Nonostante questo, entro due settimane dall’occupazione la casa fu dichiarata illegale, ovvero 429. Secondo il comune, la legge 429 considera una casa non vuota anche qualora vi siano remoti progetti immobiliari sulla carta…

Dunque la casa e’ stata sin dall’inizio minacciata di sgombero repentino.

Ovviamente i progetti riguardavano la costruzione di un bancomat al piano terra, e l’idea dei proprietari, ovvero il gruppo Kroonenberg capitanato da Lesley Bamberger, era di lasciare il resto della palazzina vuoto. La proposta fu un tempo rifiutata, poiche’, oltre al fatto che un bancomat in quel luogo ha la sola ed unica funzione di riciclare denaro sporco, vi era nell’aria un nuovo progetto del comune chiamato "Wonen Boven Winkels", che significa letteralmente "Abitare al piano di sopra dei negozi". In poche parole, la zona centrale della citta’ e’ foraggiata da talmente tanto denaro dai turisti, che e’ molto conveniente per i padroni dei palazzi percepire semplicemente il guadagno del piano terra, lasciando abbandonato il resto. Per combattere  il degrado e la corruzione serale data da una zona di passaggio senza reali abitanti, il comune ha pensato bene di creare questo fantastico progetto di sviluppo di appartamenti yuppies ai piani alti della zona storica. Visto e considerato che il Damrak e’ una strada che ricorda il buco del culo del mondo, l’apocalisse e i giorni della fine, la strategia dei brillanti architetti olandesi e’ stata quella di progettare degli orripilanti ponti che colleghino diversi palazzi, in modo da permettere ai futuri abitanti l’ingresso nel loro lussuoso appartamento passando da vie tranquille e laterali, evitando l’onda lunga dei turisti.

Di qui il patteggiamento: "Tu pagare mio ponte, io autorizzare tua money-machine". Dato che in inglese ogni attivita’ illegale atta al riciclo di denaro sporco si chiama money-laundry, e il bancomat si definisce appunto money-machine, l’intero progetto era stato da me per sbaglio ribattezzato ‘laundry-machine’, generando l’ilarita’ generale durante una delle ultime assemblee di gestione.

La casa nel corso del tempo era diventata sempre piu’ simile alla strada in cui siede: caotica, affollata, delirante, quasi ingestibile. Nel frattempo, il tempo dello sgombero si avvicinava. Noncuranti del fatto che il palazzo e’ protetto dai Beni Culturali in quanto monumento, irretiti da una voglia di collaborare con le istituzioni dimostrata dal gruppo che tendeva sempre piu’ allo zero assoluto, turbati dalle feste che duravano fino al mattino ed anche oltre (finalmente qualche party decente…), i Padroni hanno deciso di sveltire la pratica e sgomberare la casa la scorsa estate.

Ad Agosto la minaccia di sgombero any-time, a Settembre strategia della tensione, ad Ottobre una falsa voce afferma che lo sgombero avverra’ il giorno 23, ma la polizia non si presenta, e lo sgombero viene organizzato in pompa magna per il giorno 30 Ottobre.

Per ragioni economiche e pragmatiche, la polizia olandese ha istituito quello che qui si definisce ‘eviction day’, una sorta di giorno di fuoco rituale e periodico (3 o 4 eviction day all’anno, circa), per sfoggiare l’attrezzatura da sommossa e in un colpo solo, tra le 6 del mattino e le 6 del pomeriggio, ripulire la citta’ da un rilevante numero di case.

Questa pratica ha sviluppato una contro mossa definita ‘barricading’, che e’ il gioco degli occupanti di rendere la penetrazione delle forze ufficiali il piu’ lenta e difficile possibile, costruendo barricate. L’atteggiamento degli occupanti, e il loro obiettivo, non e’ violenza, quanto piuttosto lo scherno, la beffa delle istituzioni.

Il giorno 30 Ottobre fu un giorno difficile per la politie, poiche’ nulla e’ piu’ difficile da sgomberare, a quanto pare, di una banca blindata. Premetto che ad aprirla noi squatter impiegammo non piu’ di 5 minuti.

In ogni caso le forze di polizia iniziarono dal Damrak, la casa piu’ grande e piu’ temuta, per poi proseguire verso altre case. Era una eviction day piuttosto sentita, e in varie case la decisione degli occupanti era stata di aspettare la polizia all’interno della casa, fronteggiando l’arresto per sostenere la propria causa.

La risposta del Damrak e’ stata una brillante azione che si allinea alla tradizione dell’atto simbolico non-violento e dello scherno delle forze dell’ordine inaugurata negli anni 60 da Provo e Kabouters e ancora oggi marca distintiva dell’attivismo olandese: il gioco, la teatralita’, l’irriverenza poetica.

La strada e le tute blu sono state ridipinte a nuovo tramite bombette di tempera colorata avvolte in cera. Nulla di piu’ innocuo e allegro.

Le immagini dello sgombero sono diventate estremamente popolari, ed hanno invaso le televisioni locali e non, giungendo in Belgio e facendo poi il giro d’Europa.

La stampa ha reagito in vari modi: da una parte il cittadino medio, ormai attivista grazie al supporto tecnologico normale, ha riempito la rete di immagini buffe di poliziotti sporchi di colore, perplessi e smarriti. Dall’altra la stampa ufficiale, manipolata, ha preso la palla al balzo per aprire una campagna anti-squatting appoggiandosi a dati di fatto falsi e tendenziosi.

Le pallette di cera sono diventate trappole mortali per la polizia e gli squatter sono stati dipinti come violenti cospiratori e generatori di sommossa; almeno questo e’ quanto e’ stato raccontato alle casalinghe ed agli impiegati da giornali e TV.  

Ma cio’ che gli squatter volevano era un risata, quella risata cosi’ forte da seppellire la realta’ quale e’, perche’ e’ difficile cambiarla.

Verso le 4 del pomeriggio la polizia, dopo aver arrestato varie persone, si congratula con se stessa, lascia il campo ad una compagnia di traslocatori grossi come armadi, e si dirige verso nuove esilaranti imprese.

Giorno 31 Ottobre, ore 6 del mattino… Qualcosa turba la citta’ al risveglio, i pendolari stanno per arrivare, i turisti anche, la stazione si prepara a vomitare un nuovo fiume umano…

SORPRESA: il Damrak e’ ancora occupato!

Come??? Indovina! Gli occupanti erano semplicemente ancora in casa, quando la polizia ha dichiarato partita vinta. La perquisizione della casa fu talmente meticolosa, che un gruppo di occupanti, attrezzi per barricare e qualche scatola di munizioni di palle di cera (paint-bombs) erano ancora tranquillamente all’interno del palazzo.

Dopo aver cenato, il gruppo ha ribarricato la casa, il tetto, le finestre e l’ingresso, e si e’ preparato a risalire sul tetto all’alba a salutare i polizziotti sto giro veramente incazzati.

eviction damrak 16, second day ;p

Tocco di classe: una bandiera anarchica sventola sulla facciata della casa, ed un pupazzo pende nel vuoto, impiccato alla bandiera. Un banner spiega: "Hang LandLords, not Banners" (appendi proprietari di case, non banners).

Nei mesi precedenti lo sgombero un banner gigantesco spiegava la storia della casa ai passanti, concludendo il discorso con un motto assai chiaro: SMASH CAPITALISM!

Quando la polizia riusci’ ad avvicinarsi al palazzo, dopo aver danneggiato la facciata con attrezzi vari e pompe d’acqua, per prima cosa stacco’ il pupazzo, che cadde drammaticamente sulla strada, per la gioia delle televisioni locali.

Il giorno 31 Ottobre la polizia era ben piu’ nervosa del giorno precedente, e l’operazione duro’ sino alle 6 del pomeriggio, tra le risa dei passanti e dei commercianti, che sussurravano frasi di scherno agli agenti.

Tutte le persone trovate all’interno della casa sono state arrestate e successivamente rilasciate entro 3 giorni per mancanza di prove e per non aver commesso il fatto. Ognuno, subito dopo esser stato rilasciato, e’ stato ri-arrestato dalla foreign-police, per non aver mostrato i documenti. E’ prassi, specialmente in contesti di attivismo politico, non mostrare i propri documenti di identificazione. Questo, che era in olanda un diritto, come lo e’ in Inghilterra, e’ stato abrogato da un paio di anni, e, al giorno d’oggi, in Amsterdam, e’ possibile essere portati in galera per il solo fatto di non mostrare il proprio ID ad un poliziotto che eventualmente lo chiedesse, anche senza motivo. Funziona cosi’: "ID", "IDentificatie"… "ID"… alla terza volta che lo sbirro chiede, scattano legalmente le manette.  Dunque in caso di azioni, per proteggere coloro i quali non hanno una residenza legale nel paese e/o per vari motivi non sono in grado di fornire identificazione, si pratica l’anonimato.

Tutti gli arrestati del Damrak 16 sono stati minacciati di Foreign Detention, ovvero la detenzione in carcere per stranieri.

Questa grave forma di repressione e di controllo e’ una minaccia della liberta’ di tutti.

La maggior parte degli arrestati ha mostrato i documenti.

Due persone si sono rifiutate di farlo. Una e’ stata in prigione due mesi, l’altra e’ uscita solo oggi.

Le storie che queste ragazze sono in grado di raccontare sono raccapriccianti, l’umanita’ che hanno incontrato e le vite che hanno incrociato e l’esperienza che hanno vissuto…

Nel frattempo… la casa sul Damrak e’ ancora vuota, i lavori non sono iniziati, la citta’ sorride alla cultura e distribuisce cotillons…

L’immigrato in olanda e’ chiamato turista per sempre e le prigioni sono piene di gente che non voleva farsi piegare perche’ i diritti non sono diritti di tutti, e la legge favorisce chi di previlegi gia’ ne ha.