Non riesco a pensare in una lingua sola. Ci provo. Mi confesso.


 Ubik is back home! 

Ringrazio
i miei angeli custodi e mi ritrovo con un dolore al petto, come se
qualcuno avesse fatto pesca di fondo sul mio cuore, raschiandone le
pareti e lasciando il terreno intatto, ma arido, bruciato dalla vita che ti raschia dentro. Ritorno ad Amsterdam e dopo una breve sensazione
di familiarita’, avverto lo sconforto. Ho sviluppato un’allergia al
luogo, il respiro mi si affanna, il cibo scende come un mattone e quando raggiunge lo stomaco si diffonde la sensazione di acidita’.

 

Il tempo
scorre veloce, mentre io pensavo di aver trovato una maniera per essere
piu’ leggera, vivere due anni in uno, questa la soluzione per creare un
passato piu’ lungo, interessante.

Ebbene, e’ stato un errore.

Ripasso
la lezione della tolleranza, e dell’ozio, cercando una fuga da questo affanno. Il piacere di non far nulla,
galleggiare nell’oblio. Ora pago le conseguenze, l’insoddisfazione mi 
blocca le mani, digito lettere senza senso, la tastiera diventa
espressiva, l’output un no-sense. Piove di nuovo, soffia il vento del
mare del Nord. Provo a muovere il mouse, e’ troppo pesante: non ci
riesco. Perdo interesse, ma non mi arrendo: potrei scomparire chiudendo
gli occhi, oppure potrei provare a saldare quel vecchio microfono, che
forse un giorno funzionera’ ancora. Chi si ferma e’ perduto, eppure ci
deve essere un modo per saldare se stessi a qualcosa di concreto.

Oggi
l’Italia e’ un paese di cervelli emigranti ed immigrati che vengono
trattati come criminali. Ogni volta che torno, mi sento straniera, mi
sento a casa, mi sento persa. Guardo attentamente la realta’ e la trovo
spaventosa. Mi manca l’Italia, mi manca la mia citta’, Milano. Vorrei
riappropriarmi di un pezzo di vita, sempre forse nella mia corsa a
ritroso nel tempo. Quando ho lasciato la mia citta’, la mia famiglia,
fu un salto da una finestra aperta nel vuoto: o muoio, o sopravvivo.
Speravo appunto di non ferirmi. Le notizie che arrivano dalla ‘madre
patria’ sono a dir poco incredibili. Io guardo il mio paese come se
fosse una di quelle dittature del Sud America che da bambina immaginavo
piene di soldati e poliziotti corrotti e semi e tracce di una lunga
storia di schiavitu’. Una nuova legge prevede e giustifica ronde
violente contro i ‘clandestini’, gli immigrati illegali. Diamogli una
bella lezione, tanto di cultura non si puo’ parlare, eppure e’ bello
avere un bel nemico chiaro, il nemico della nazione, il diverso. Nello
sforzo teso a muovere il mouse chiudo gli occhi, mi chiedo cosa avrei
pensato se anni fa, quando ero una bambina piu’ giovane di adesso, e
piu’ forte, mi chiedo cosa avrei pensato se qualcuno, dal futuro, mi
avesse raccontato la mia vita 15 anni dopo. Se avessi visto l’immagine
di mia madre, mio padre, il capo del governo, i centri sociali
fascisti, il populismo imperante, il mio conto in banca, le scarpette col tacco. Predire il futuro e’ estremamente pericoloso per
gli uomini della terra, che ancora studiano e negano lo spazio ed il
tempo… esiste solo il tempo, il tempo e’ spazio, lo spazio e’ tempo,
spazio-tempo, parellelismi, opportunita’.  Io non ci credo, e nego la
saggezza del presente. Meglio non sapere, meglio andare sempre avanti.
Un giorno ho pensato: e se invece si potesse ammettere l’errore? E se si
potesse tornare indietro? Oggi vado avanti e indietro ininterrotamente,
e questo e’ forse un modo per stare ferma, un metodo paradossale, una
scelta personale. I pinguini invece vanno verso Nord, a una certa gli
scoppia la testa e camminano fino alla morte. Anche gli utenti Linux
fanno un po’ cosi’, e forse questa e’ la ragione di tale simbolismo
animale. Le macchine iniziano ad annoiarmi, sebbene mi diano ancora qualche conforto; gli uomini invece mi appassionano, e brucio il terreno sotto i miei tacchi mentre le donne mi
spaventano e mi fanno innamorare, e sfuggo platonica e bagnata. Gli animali e la natura mi interessano sempre piu’, il loro approccio,
la loro vita fluida e in movimento, e tento di ricucire con loro gli strappi di quella che fu la coscienza di noi
umani. Le autostrade sono costellate di carogne di animali morti, mentre
qualcuno, da un’altra parte, riproduce geni in vitro, raccoglie
particelle di sperma, ovuli umani e l’urlo spezzato dell’apocalisse che si fa aspettare. Visito cimiteri per sentirmi a casa, per trovare
ispirazione. Splendidi luoghi da contemplare, entro i margini della
citta’. Si tratta di memoria, la pietra tombale e’ una specie di
cartuccia usb, un hard disk, ‘solid state memory’, qualcosa di
appoggiato sullo spazio per ricordare un evento nel tempo, la nascita
la morte l’esistenza e la scomparsa delle estremita’ materiali.

Ogni
volta che non ricordo qualcosa mi prende l’ansia, mi chiedo come
funziona il cervello una volta che inizia a smembrarsi, a perdere
connessioni, e soprattutto ad inventare una nuova realta’ che si possa
sostituire a questo presente grido verso un futuro che non abbiamo. Una
realta’ immobile ma metamorfica, fatta di slanci e ritorni, costante
manipolazione di frammenti di storia personale che, come sogni,
suppliscono la mancanza di ogni realta’. Cosa e’ vero e cosa e’ falso,
se la storia che mi racconti e’ ogni giorno diversa? Inserisci in una
scatola gli elementi semantici, la scuoti e la getti per terra in
faccia a me, che ti guardo cercando i tuoi occhi cosi’ cambiati, ormai sordi e beffardi.
Tu inizi a ricostruire sentenze a caso, io penso che forse dovrei
andare da uno psicologo. Perche’? Bhe’, per costituirmi. Volevo solo
ammettere che non ci sto proprio dentro, insomma mi sembra
di impazzire, o meglio, prima che me ne dimentichi, volevo, con un
ultimo sforzo di coscienza, ammettere la mia follia. Ovviamente non
posso permettermi tale lusso, dunque continuo a fingere una presunta
normalita’, e quando non ce la faccio mi nascondo. Si si, a me sembra
tutto veramente normale, questi aereoplani di carta pesta, l’incertezza
quotidiana, la carta di giornale, i ponti e gli ospedali. Qualcuno deve
averla inventata la societa’, con i divani, le sedie, i tavoli, la
cucina per mangiare, il frigo per raffreddare, e il forno per scaldare.
Un’operazione di logica collettiva che attraverso i secoli ha creato
macchine che non pensano meno degli esseri umani, ed ha lasciato le
ultime tracce di umanita’ impresse negli alberi, nei fiori, ed anche in
alcuni animali. Noi ormai siamo compromessi. Se siamo stressati
facciamo una vacanza, probabilmente la vacanza ci stressera’ a tal
punto che, tornati a casa, ci sentiremo meglio. Se poi la casa
non c’e’ piu’, bhe, meglio una bomba di uno sfratto. Se invece e’
scomparsa l’intera citta’, allora forse abbiamo per sbaglio passato un
valico dimensionale, o semplicemente non ci siamo ancora svegliati.

Io
dormo ormai da anni, in questo paese non riesco a svegliarmi. Orologi,
bussole, clessidre, tutti questi oggetti di cui mi circondo tendono a
smagnetizzarsi. Mi manca l’Italia, paese che non capisco, e nel quale
non abitero’ piu’, e paese nel quale vorrei tornare in cerca dei pezzi
di vita che ho perso, e delle mie motivazioni. In Olanda gli artisti
fanno arte scintillante e tecnologica, a scuola insegnano a fare il portfolio ed a chieder fondi. La
popolazione e’ depressa e malata, i giovani, ricchi europei ed americani
ed australiani, quelli che vengono a fare gli ‘hippies on holidays’, rendono
impossibile ogni autentico sforzo verso qualsivoglia forma di autonomia ed auto-organizzazione. Difficile fare politica con chi pensa che il
loro orgasmo cambiera’ il mondo, solo perche’ l’orifizio impiegato non
e’ contemplato dal vangelo. Della bibbia Queer non ce ne facciamo
niente, ed anche l’atteggiamento paleo-cristiano di qualche ingenuo presunto ‘messia’, manipolato da
un’oligarchia di stronzi ignoranti, mi perfora l’anima. Siamo
poveri, siamo coglioni.

Io rifiuto tutto cio’. Per fortuna sogno, anche se cerco
un appiglio alla realta’ vera. Non mi importa, non mi importa di te,
non mi importa di me. Cerco una luce e un sole e un mare che mi portino
via, lontano da questa umida oppressione. 

.

.

.

.

.

.

.

.

Non riesco a pensare in una lingua sola. Ci provo. Mi confesso.


 Ubik is back home!